Video e progetto Ing. Milani
- bozza di progetto per il restauro naturalistico di Ronchi Poveromo
La prima notizia storica sul reticolo idrografico di Ronchi Poveromo si trova nella carta dell’idraulico carpigiano Marco Antonio Pasio ( 1583 ) riportta da Stefano Giampaoli nel librio “ vita di sabbie ed acque “. In questa carta che riporta il progetto di canalizzazione per la bonifica dei Ronchi si possono notare due canaletti perpedicolari al “Rio che viene dalla montagna “ ossia dal Magliano. Tali canaletti corrispondono all’attuale fosso dei Loghi e al fosso Maestro.
Probabilmente fu proprio il Pasio che realizzò tali canaletti, o meglio fossi, ed anche il Poveromo vero e proprio come appare dalla fondamentale carta del Marchelli ( 1803 ). Allora il Canalmagro Fescione non esisteva ancora e tutta una palude si stendeva dall’attuale Campaccio fino alla foce del Versilia, quindi il fosso Poveromo era ricco di acqua ed aveva una difficoltà relativa a sboccare in mare.
Il Marchelli nella sua relazione , sempre da “ Vita di sabbie ed acque “ scrive: Alla distanza di un miglio dalla già accennata bocca di Magliano evvi la fossa, detta di Poveromo, in cui fanno capo i diversi scoli dei terreni a lei dintorno. “
I canaletti riportati nella carta del Marchelli sono sostanzialmente quelli attuali, a parte alcuni che si sono persi, e corrispondono a quelli individuati come pubblici nel Catasto estense del 1821 e in tutti quelli successivi.
In tutte queste carte catastali nonché nel reticolo idrografico della Regione Toscana appare incontrovertibile la connessione tra fosso Poveromo e canale Magliano aprioristicamente negata dal Consorzio di Bonifica che vuole fortissimamente imporre al territorio una idrovora asssurda, costosissima ed inutile. La proposta delle associazioni naturalistiche e del Comune di Massa prevede invece di elininare le tombature che rappresentano il vero rischio idraulico e rafforzare il fosso Maestro che fra l’altro corre in una zona agricola quasi intatta e giunge al Magliano dove già esiste un’idrovora funzionante.
Il problema del tutto naturale dell’insabbiamento della foce può essere risolto semplicemente ricreando la lama che già esisteva negli anni’60 e permettendo l’allagamento del boschetto sulla sinistra nel tratto tra il viale litoraneo e via Verdi, là dove il Consorzio vorrebbe artificializzare le sponde e piazzare l’idrovora.
Oltre che uno spreco di soldi e della risorsa acqua fondamentale invece per il ricarico della falda sempre più minacciata dalla siccità e dall’intrusione salina sarebbe un colpo mortale ad una zona ricca di biodiversità. In un breve sopralluogo congiunto l’eminente naturalista Francesco Mezzatesta è rimasto stupito dalla biodiversità presente in quel tratto di fosso dove ha potuto vedere garzetti, aironi bianchi, germani, gallinelle d’acqua , rondini in gran quantità e una rara nitticora nonostante il fosso fosse quasi in secca.
E’ il momento di proporre un progetto complessivo per il recupero naturalistico non solo del fosso Poveromo ma di tutta la zona, dove sta per partire, si spera, la bonifica della Buca degli Sforza davanti all’aeroporto, cassa naturale di espansione del canalmagro e del fosso del Sale, dove il prossimo piano dell’arenile dovrebbe recuperare il più possibile le dune e dove ancora persistono varie zone umide.
Anche il tratto a monte del Poveromo, in particolare il fosso Maestro sopracitato, va salvaguardato ed inserito in un suggestivo sentiero natura.
Faremo di tutto affinchè interessi economici distorti non prendano il sopravvento !