Open House a Villa Ceragioli
l 27 agosto scorso si è tenuto qui a Ronchi un suggestivo evento a Villa Ceragioli.
La villa, che rappresenta la prima esperienza progettuale dell’architetto Aldo Rossi, è stata aperta al pubblico dall’attuale proprietaria, Anna Silvia Ceragioli, che ha voluto condividere con i tanti ospiti intervenuti il piacere di abitare un luogo importante per la storia dell’architettura italiana.
L’occasione è stata fornita da un’interessante installazione che tre giovani architetti, Giorgia Colombo, Michele Grazzini e Andrea Tonazzini hanno studiato proprio per la villa: hanno infatti collocato all’interno e nel parco tronchi di pino lavorati e istoriati, creando così un dialogo tra la villa e la pineta, tra il passato ed il presente. L’installazione comprendeva anche una mostra con disegni originali di Aldo Rossi e varie foto del cantiere di costruzione.
Agli ospiti intervenuti è stata inoltre data l’opportunità di visitare entrambi gli appartamenti della villa.
La proprietaria ha aperto la serata ricordando come suo padre nel 1961 avesse dato l’incarico del progetto all’amico di famiglia architetto Leonardo Ferrari, il quale coinvolse l’amico e collega Aldo Rossi che lo fece suo e lo firmò.
E’ poi intervenuta Elisabetta Ferrari, che ha ricordato con grande affetto l’attività intellettuale e professionale dello zio Leonardo.
Quindi i tre architetti Colombo, Grazzini e Tonazzini hanno illustrato e spiegato il senso della loro installazione, con un linguaggio che ha reso accessibile la comprensione di questa particolare architettura anche ai non addetti ai lavori.
Da ultimo, Silvia Nicoli e Massimiliano Nocchi, autori del libro Le ville di Ronchi e Poveromo. Architetture e società 1900-1970, hanno raccontato come si è svolto il loro lavoro di ricerca, che non ha soltanto composto una mappa delle ville di questa porzione così affascinante della Riviera Apuana, ma ha al tempo stesso ricostruito un’epoca, durante la quale la pineta dei Ronchi era frequentata da alcuni tra gli artisti e intellettuali più influenti del loro tempo. Tutto ciò è avvenuto con l’ausilio della proiezione di diapositive sui muri esterni della villa, la cui illuminazione suggestiva ha fatto da quadro straordinario alle immagini.
Proprio per l’eccezionale valore delle case e dei personaggi che vi hanno vissuto, è davvero auspicabile, come ha proposto quella sera Massimiliano Nocchi. che «Il sistema ambientale paesaggistico ed insediativo di Ronchi e Poveromo vada a costituire un Parco Architettonico Letterario, un Museo Diffuso della memoria e dell’architettura contemporanea».